Fino al 24 maggio 2020 il Museo Civico Archeologico di Bologna presenta “Etruschi. Viaggio nelle terre dei Rasna”, una mostra senza precedenti che unisce alla già ricca raccolta del’ente bolognese più di 1400 oggetti provenienti da tutto il mondo.
Il Museo Civico Archeologico di Bologna si allarga e si trasforma. Fino al 24 maggio 2020, ospita “Etruschi. Viaggio nelle terre dei Rasna”, una mostra senza precedenti per dimensioni e ricchezza. Il percorso, infatti, si avvale oltre che della ricca collezione permanente dell’ente bolognese, anche di più di 1400 reperti esterni, provenienti da 60 musei ed enti di tutto il mondo. Dunque, un percorso unico ed esclusivo per gli appassionati e curiosi di storia etrusca.
Il percorso storico degli Etruschi
La prima parte della mostra illustra gli albori e le origini di questa civiltà attraverso un interessante assortimento di vasi biconici. Quindi la narrazione prosegue con alcuni esempi di tombe che testimoniano le prime evoluzioni della società etrusca: la nascita delle gerarchie sociali, nonchè i primi contatti con le popolazioni del bacino del mediterraneo con i quali il popolo etrusco comincia a tessere una fitta rete di scambi. Nella seconda parte, invece, viene dato spazio alla fioritura delle prime città nate sotto l’impulso delle aristocrazie, potenti e guerriere. È forte in questo periodo l’influenza del mondo greco, testimoniata, in particolar modo, dalla costruzione di templi e da una devozione particolare nei confronti dei defunti e dei riti legati alla loro sepoltura. Dunque il percorso continua attraverso il racconto dell’espansione territoriale che portò questo popolo a stabilire a metà del VI secolo l’egemonia su tutta la penisola italica, una situazione di dominio destinata però a subire un’inesorabile battuta di arresto di fronte all’ascesa di nuove civiltà: quella dei Celti, dei Sanniti e, infine, dei Romani.
Focus sulle diverse realtà degli Etruschi
La parte finale della mostra, invece, è dedicata all’esplorazione di specifiche realtà etrusche. Un viaggio che porterà il visitatore nel cuore dei principali insediamenti. Si parte dall’Etruria meridionale dove le città di Tarquinia, Veio, Cerveteri, Pyrgi e Vulci sono state testimoni di recenti rinvenimenti archeologici come la tomba della sacerdotessa di Tarquinia, i materiali votivi del santuario – emporio di Pyrgi, e la tomba dello scarabeo dorato a Vulci. Da qui ci si sposta all’Etruria campana dove si passano in rassegna le città di Pontecagnano, Capua, Nola e Pompei che si distingue per le sue coloratissime decorazioni templari. È quindi il momento dell’Etruria interna rappresentata dalla città di Volsinii, attuale Orvieto. È da qui che proviene una delle scoperte archeologiche più importanti degli ultimi anni: il fanum Voltumne, il santuario federale di tutti gli Etruschi, menzionato anche dalle fonti letterarie.
Il percorso si conclude con l’Etruria settentrionale e l’Etruria padana. Nella prima viene esposta l’importante sepoltura bisoma di bambini in phitos, rinvenuta a Populonia e databile al IX secolo. Nella seconda, infine, protagonista assoluta è Felsina, la Bologna Etrusca, chiamata dagli antichi Princeps Etruriae. È da qui che proviene un altro reperto straordinario: si tratta di un corredo di suppellettili in legno rinvenuto nella tomba 142 della necropoli di Via delle Belle Arti.
ORARI
La mostra è visitabile dal lunedi al venerdi (9:00 – 18) e dal sabato alla domenica (10:00 – 20). I
(Marco Lessi)
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