cultissimiCon le loro fotografie immortalarono i film pop degli anni ’60-’70, in particolar modo il filone Boccaccesco e quello della celebre commedia sexy all’italiana. Stiamo parlando del lavoro di Divo Cavicchioli, Antonio Casolini, Mario Mazzoni, i fotografi di scena i cui scatti sono celebrati in questi giorni a Bologna da CULTISSIMI-MITISSIMI-BELLISSIMI. La mostra che rimarrà aperta fino all’11 luglio presso la Galleria Spazio e Immagini, offre una panoramica del cinema e della società italiana degli anni ’60-’70 a partire da 30 scatti di gran valore, selezionati da una più ampia collezione di 300 stampe originali d’epoca presenti nella stessa galleria.

Un’era di gambe lunghissime e seni gioiosamente esibiti. Nelle immagini la figura femminile spicca ed è protagonista. Sono gli anni del filone Boccaccesco inaugurato da Pier Paolo Pasolini con Il Decameron, dove la commedia storica, tra feroci critiche ma anche apprezzamenti, viene interpretata in chiave grottesca e sensuale. Celebri esempi di questo genere, ripresi nella mostra, sono il Decameroticus, Sollazzevoli Storie di Mogli Gaudenti e Mariti Penitenti, e infine Metti lo Diavolo Tuo ne lo Mio Inferno. Tutti i tre film girati nel 1972 hanno come elemento comune l’ambientazione medievale e la ricorrenza di elementi farseschi ed erotici che riprendono il modello de Il Decameron di Pasolini dopo lo scandalo e il successo del film. Così dalle farse del medioevo si passò a mostrare il corpo di insegnanti, vigilesse e ripetenti. Fu la nascita della Commedia Sexy all’italiana, di un mito a cui contribuirono anche i fotografi di scena che immortalarono le bellissime ed iconiche Laura Antonelli, Il Merlo Maschio – 1971, Edwige Fenech, La Pretora – 1976, Gloria Guida, L’Affittacamere– 1976 e Sydne Rome, La Sculacciata -1974.

Con la precisione e l’eleganza dell’opera d’arte le fotografie restituiscono i caratteri peculiari degli interni dell’epoca strizzando l’occhio alle mode e agli oggetti del design italiano destinato a conquistare l’ammirazione di tutto il mondo. L’esuberanza di corpi ancora nature viene restituita se non come libertà assoluta almeno come grazia in deshabillé. I fotografi di scena lavorando sia nel cinema impegnato ma anche per quello Pop, hanno fissato in immagini di grande valore un cinema semplice all’apparenza ma che, a un’analisi più approfondita, risulta muovendosi senza soluzioni di continuità tra invenzioni di generi e sperimentazione di linguaggio.

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